layers (progettare per)

Il metodo analitico che permette di esaminare un sito o un programma isolandone visivamente le varie sfaccettature ora viene usato da alcuni come vero e proprio metodo di progettazione. Layer(= strato) è termine mutuato da alcuni programmi di informatica grafica è supporto analogo ad un foglio di carta lucida sul quale è possibile disegnare senza interferire con il disegno sottostante.

PROGETTARE PER LAYERS CONSISTE NEL GIUSTAPPORRE SISTEMI DI ELEMENTI TRA LORO INDIPENDENTI, SPESSO CONTRADDITTORII.

Gli elementi possono essere strutturali, formali o funzionali.

LAYER STRUTTURALE/ LAYER DI SPAZI: struttura di telai modulari in c.a. o ferro a cui si sovrappone un plan libre di spazi indipendenti da esso. Il M.M. , con Le Corbusier e Mies ha teorizzato e sperimentato le potenzialità di questa strategia. Oggi: Koolhas, biblioteca di Francia a Parigi, 1989. Entro una rigida maglia strutturale tridimensionale sono collocati volumi cavi, anch’essi tridimensionali, indipendenti da essa.

LAYERS FORMALI GIUSTAPPOSTI: Nel concorso per il parco de La Villette, Parigi 1982; i progetti concorrenti di Tschumi e di Koolhas nascono ambedue dalla  sovrapposizione di layers formali. Nella proposta del vincitore sono giustapposti a) Surfaces=spazi funzionali, b) Points=Follies, c) Lines=percorsi.

In Koolhas gli elementi in gioco sono: a) Superfici, b) Volumi, c) Coriandoli, d) Percorsi, e) Perimetro.

Ando, piano per Tokio.

LAYERS FUNZIONALI: percorso vs. involucro: Liebeskind, museo ebraico a Berlino, 2001. (Ma qui i percorsi assumono un forte significato simbolico: percorso della Continuità, dell’Olocausto, dell’Esilio)

Così si ottiene:

  1. ogni LAYER ESPRIME SÉ STESSO CHIARAMENTE, senza mediazioni, senza essere piegato ad un ordine generale.

  2. Ogni LAYER entra in tensione con gli altri secondo un ORDINE VARIATO E CASUALE, quindi aperto a molte variazioni.

  3. ORDINE GENERALE DEBOLE, quindi sistema flessibile, ampliabile,

  4. Ma elementi di ogni LAYER con FORTE IMPATTO, dovuto alla loro indipendenza formale

  5. Qualcuno lo ritiene una forma simbolica della indeterminazione del pensiero contemporaneo. Sicuramente è una strategia per GESTIRE LA CASUALITÀ

A volte la sovrapposizione avviene non sullo stesso piano ma su piani dislocati in verticale. In tal modo i layers divengono indipendenti, anche se si può riconoscere quanto da un piano trapassa nell’altro. In Tschumi, centro di arti dello spettacolo a La Fresnoy,Tourcoig, 1991-97 ad un edificio preesistente è sovrapposto un livello di ballatoi del tutto indipendente.

Se portato alle estreme conseguenze: MVDRV Padiglione olandese a Hannover,2000, dove i piani sovrapposti esibiscono quattro ambienti tematici (vedi→ ELENCO/COLLAGE).

A volte la progettazione per LAYERS è usata in senso opposto. Non conflitto ma TRASFORMAZIONE GRADUALE da uno strato all’altro

Holl, Simmons Hall, MIT, 1999, spazi tridimensionali liberi attraversano la rigida organizzazione modulare.

Questa strategia è analoga a ( vedi→ SEZIONI Progettare per)

Un ottimo materiale di studio per esplorare questa strategia di progettazione è fornito da esempi storici della città di Roma. Si tratta di esempi non intenzionali dove il riuso di antichi manufatti ha prodotto complesse sovrapposizioni.

Edifici storici che sono cresciuti sopra ruderi:

Castel S. Angelo= mausoleo romano+ fortezza medievale + palazzo rinascimentale.

Domus Aurea + Terme di Domiziano + giardino moderno

Teatro di Marcello + palazzo Orsini

In questi esempi “spontanei” osserviamo VARIAZIONI(CONFLITTI) DI ORIENTAMENTO, DI TESSITURA MURARIA, DI DENSITÀ.

Risultato secondario: rappresentazione del (vedi→TEMPO)

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