motivo

​La progettazione, come ogni attività creativa, se viene considerata dalla parte di chi la esercita si fonda su un insieme di strumenti (arti-fici) usati per comunicare efficacemente elementi di conoscenza  in forma  sintetica emozionale. Artifici, finzioni, distinti e contrapposti alla naturalità del mondo fisico.

Insegnare il fare architettura è quindi per me in prima istanza fornire ai giovani architetti i “ferri del mestiere”, strumenti elementari di orientamento per riuscire a comunicare efficacemente attraverso le forme proprie del linguaggio architettonico. Entro questo processo di appropriazione dei materiali e della loro organizzazione in forme, si dimostra strumento efficace  l’isolare nel processo di ideazione e progettazione alcuni “MOTIVI” del linguaggio dell’architettura.

MOTIVO nel senso non di causa o ragione superiore o più generale, come si intende un motivo morale o ideologico, ma  etimologicamente “che muove”, che mette in moto in chi lo propone e in chi lo riceve, un processo di elaborazione e conoscenza razionale, ma anche sintetico-emozionale.

La similitudine è piuttosto con il significato musicale, motivo musicale  come brano melodico, aria che ha una propria forma che fa riferimento un canone storicamente determinato ( sonata, quartetto, sinfonia) ponendosi dialetticamente (in accordo o in opposizione) in rapporto con la classe di forme cui appartiene. Inoltre MOTIVO come germe di ideazione, forma semplice e immediata sulla quale l’artista interviene arricchendola di trasformazioni, variazioni, scomposizioni e rovesciamenti.

Analogamente nel processo di progettazione dell’architettura emerge improvvisamente la necessità di isolare un MOTIVO e di approfondirne le possibilità e i significati. Si dimostra così opportuno porre in relazione quanto è in via di sviluppo e elaborazione sul tavolo da disegno  con una serie di forme che possiamo isolare nel mare delle forme storiche  e attuali, architettoniche e non.

Questa  può essere una classe di oggetti architettonici ( Motivo del MURO, del recinto, del grande spazio interno, del monolite, ecc.) o di problemi particolari (dell’attacco a terra (vedi→SUOLO), dello skyline, dell’articolazione della superficie, ecc) o di particolari linee guida alla strategia di progettazione (vedi→progettare per PERCORSI, o per SEZIONI, o per LAYERS, ecc.), e così via.

A volte l’individuazione di un MOTIVO emerge dalla necessità di porre il nuovo in relazione con le preesistenze, nella relazione che l’edificio deve stabilire con il contesto fisico che lo circonda (vedi→LUOGO / PAESAGGIO), oppure dalla necessità di rispondere a esigenze di natura funzionale o distributiva.

In sostanza lo strumento “MOTIVO” si dimostra  utile per isolare temporaneamente entro il processo continuo della progettazione un particolare nodo, ponendo il problema in relazione ad una classe di esempi, individuare di conseguenza  le opzioni possibili e già altrove sperimentate e da queste ripartire  nel processo di analisi/sintesi della progettazione.