Concorso per un parco urbano 1
Concorso per un parco urbano 2

1987 – Concorso per un Parco urbano, Centro Culturale  e chiesa  a MIglianico (CH) con: A. Di Noto, F. Montuori, M. Morandi e  A. Sartogo

Il programma del concorso prevedeva la soluzione di due distinti temi urbani: Una serie di edifici pubblici da inserire nel tessuto costruito, peraltro assai disgregato e informe e un parco pubblico da insediare sulla collinetta che sovrasta la valle.

Il primo tema ha previsto nella nostra proposta un sistema lineare a ridosso della via principale, una spina che oltre che ospitare il Centro Culturale e la Chiesa , permettesse al Parco retrostante un affaccio sull’abitato, costituendone allo stesso tempo una immagine ed un ingresso. Questo avviene mediante portali costruiti  che ospitano tra la membrature architettoniche sovrastanti singolialberi ed elementi vegetali, che ne risultano così “monumentalizzati”.

Da  questi ingressi si accede al Parco attraverso un doppio percorso: una passeggiata che supera dolcemente il pendio procedendo a zigzag  e un percorso lastricato che intercetta la passeggiata ni punti di svolta e raggiunge anch’esso il verice della collina.

Lungo questo asse una linea d’acqua a memoria delle “catene d’acqua” dei giardini manieristi dell’Italia centrale accompagna chi sale. Sul lato destro del percorso si staccano sentieri secondari che portano ad una sequenza di padiglioni, nei quali l’elemento vegetale crea episodi tematici: si potrà incontrare il”Giardino dei colori”, quello dei profumi, quello delle geometrie, e così via.

I due percorsi raggiungono così la sommità della collina dove emergerà una piattaforma pavimentata atta ad ospitare eventi spettacolari.

Le alberature dell’intera area sottolineeranno i percorsi e nelle aree libere tenderanno ad ordinare prospetticamente il paesaggio, formando una scacchiera che si deformerà seguendo l’orografia del terreno.

Si tratterà in sostanza di un Parco nel quale l’elemento vegetale giocherà un ruolo antinaturalistico, seguendo la convinzione che non ha senso riproporre un Parco naturalistico in un piccolo centro circondato dalla campagna.

Qui gli alberi sono presentati come oggetti su uno scaffale o come immagini pubblicitarie sopra gli ingressi; qui le piante sono presentate entro padiglioni che generano giardini attorno a loro secondo una classificazione che nega la loro naturalità a favore delle qualità che mostrano.

Qui la disposizione delle piantumazioni gioca con l’andamento orografico, deformandosi, lacerandosi, ma mantenendo comunque la loro qualità ordinatrice.

In sostanza il progetto sperimenta il limite cui può essere condotto nel nostro tempo un parco “antinaturalistico”, geometrico-architettonico nel ricordo che ci deriva dalla grande tradizione del “giardino all’italiana”.

  • ANNO : 1987
  • LOCATION :
  • TIPOLOGIA :
  • DIREZIONE LAVORI :
  • PORTFOLIO : 1964-2004