suolo (rapporto con il)

Nell’antichità le architetture sono costruite e vivono entro la divisione mitica del Mondo in tre àmbiti.

Sotto la linea di terra c’è il regno dei morti, delle oscure forze telluriche. È il luogo che  rappresenta il condizionamento della Natura sull’Uomo.Tra la linea di terra e l’orizzonte (virtuale) c’è lo spazio abitato dagli uomini, della vita , delle trasformazioni e dell’azione. È il luogo dell’esperienza vitale.

Sopra l’orizzonte abitano gli dei, c’è il loro mondo  parallelo e irraggiungibile, vi si proiettano i miti e tutte le immagini ideali gli uomini sono capaci di generare. È questo il luogo delle proiezioni ideali.

Il tempio greco e romano è edificato secondo questa tripartizione:  Tre alti gradini a radicare, ma anche ad esorcizzare e separare il mondo della materia da quello della vita. Il colonnato che rappresenta la molteplicità degli umani nel loro spazio esperienziale. Sopra la cornice, che ancora sottolinea una separazione, sta il timpano, abitato dagli dei e dagli eroi, e dove si rappresentano i miti fondativi della comunità.

Il tempio cristiano eredita questa tripartizione: anche qui gli altari sono sopraelevati da terra e dio e santi popolano le volte e le cupole.

La modernità rompe questo ordine. Le Corbusier svincola l’edificio dal suolo e ve lo poggia con il contatto precario dei pilotis. L’edificio è per lui una “machine à habiter” liberata dalla rappresentazione della gravità ( vedi→PESO- DENSITÀ) e virtualmente mobile, come una grande nave. In tutti gli esempi del Moderno la cornice terminale dell’edificio, che delimitava simbolicamente l’ambito dell’azione umana, perde importanza e si fa puro elemento funzionale.

OGGI IL RAPPORTO DELL’EDIFICIO CON IL SUOLO HA PERSO OGNI SIGNIFICATO MITICO LEGATO AL MONDO NATURALE: il suolo stesso è  un elemento artificialmente rappresentato, in quanto tale falsificabile e comunque manipolabile.

1)  IL PAVIMENTO DIVIENE SOFFITTO.

Koolhas, Educarorium a Utrecht, 1994: il pavimento si stacca dal suolo e si incurva fino a rovesciarsi con continuità nel soffitto, che peraltro al suo esterno ripropone un prato naturale.

Van Berkel, casa Moebius, 1993-98:  Più radicalmente il pavimento si solleva e si torce  fino a capovolgersi  e richiudersi in un nastro di Moebius

2)  SI FA TAPPETO ARTIFICIALE E COPRE IL MANUFATTO. (Mat architecture)

Sejima, laboratorio multimediale a Ogaki, 1996. l’edificio si nasconde sotto un sottile piano incurvati verso l’alto,un suolo che si libra  senza peso ma percorribile, sul quale poggiano alcuni volumi. Mecanoo, biblioteca universitaria a Delft, 1993: il tappeto erboso che copre l’area si increspa e copre l’edificio.

3)    È RESO CON UN PIANO SOTTILE, IMPILATO CON ALTRI PIANI.

MVRDV, padiglione olandese a Hannover, 2000. Un traliccio-scaffale regge piani sovrapposti che sono un campionario di tasselli di suoli naturali, che rappresentano diversi ecosistemi: un bosco, un’area urbana, un paesaggio di dune con mulini a vento, ecc.

4)    È RESO CONTINUO CON L’EDIFICIO E SFUMA IN ESSO.

Hadid, Landesgartenhau a Wiel an Rhin, 1999. l’edificio è riassorbito da un sistema di rampe che lo avvolgono.

5)    È RICOSTRUITO ARTIFICIALMENTE ALL’INTERNO DELL’EDIFICIO.

Mecanoo, Facoltà di Economia, Utrecht, 1991: nei patii interni sono ricostruiti simbolicamente ambienti naturali selvaggi.

Koolhas, centro congressi a Agadir, 1991: Il grande spazio interno ha un pavimento che mima le dune sabbiose del paesaggio esterno

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Suolo 2