elenchi (progettare per)

Un ELENCO è una lista di elementi che possono non avere nulla in comune tranne il fatto di essere nell’ELENCO.

Nella tradizione pittorica occidentale il “genere” Natura morta quale si è praticata dal ‘400 fino a Picasso è un buon esempio di composizione per ELENCO: entro uno spazio delimitato (un tavolo, una stanza) sono rappresentati oggetti diversi che per la loro eterogeneità (di genere o forma o colore, ecc.) reagiscono tra loro  per il solo fatto di essere accostati.

Si ha una progettazione per ELENCO quando  in un CAMPO si vogliono porre legami deboli tra gli elementi, tanto che essi, non riconducibili alla stessa matrice seppure variata, mantengono solo relazioni di prossimità. Gli elementi sono intenzionalmente resi dissimili tanto che sia difficile ricondurli a una categoria comune. Il CAMPO deve essere delimitato, fisicamente o virtualmente per differenza con l’intorno, un recinto in cui, come in un esperimento scientifico si manifestano le relazioni tra quegli elementi e non altri. (In questo senso l’ELENCO  è diverso dalla tecnica del COLLAGE, almeno nella definizione che di questo ha dato  Rowe (C.R., Collage City, MIT 1978.) Molti complessi della tarda antichità appartengono alla logica dell’ELENCO. Tra questi emblematico è la villa del Casale a Piazza Armerina

In Kahn, convento, Media, 1968 si ha una collezione di solidi diversi in posizione libera, racchiusi entro una cornice. La cornice delimita il CAMPO entro cui si rivelano le tensioni tra gli elementi.

Per Gehry: Winton guest house 1983 ogni elemento ha una sua geometria, materia, trattamento e collocazione nello spazio. Anche Loyola Law school, L.A., 1981 è composto con un assemblaggio che sembra casuale di elementi eterogenei, ma la cui pregnanza è data dallo spazio tra gli elementi che si trova così ad essere un CAMPO di forze e TENSIONI.

Il metodo è simile ad una progettazione per LAYERS, ma portato alle estreme conseguenze: Gli elementi non appartengono a diversi sub sistemi, ma ognuno è un oggetto a sé.

Entro il CAMPO si genera  così una conflitto tra le parti tanto più forte quanto più esse sono dissimili . Il risultato è riconducibile al procedimento di SPOSTAMENTI E ROVESCIAMENTI SEMANTICI, di effetti sorpresa.

Di ogni elemento, in quanto unico entro il sistema generale è esaltata l’individualità, esso tende a essere percepito come Monumentum, emblema carico di significati.

L’utente è così indotto a investigare e ricostruire le relazioni tra le parti. Questo lo rende fruitore attivo dell’architettura. I significati si moltiplicano

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