percorsi (progettare per)

PROMENADE ARCHITECTURALE: Termine coniato da Le Corbusier per descrivere una strategia di progetto che prevede un controllo della modificazioni dello spazio esperienziale quale si percepisce muovendosi lungo un percorso prestabilito. L.C. ha dichiarato di aver derivato questa strategia dalla suggestione del percorso processionale dell’Acropoli di Atene e dal suo rapporto con quegli edifici (Propilei, Eretteo, Tempio di Atena)

Esempio paradigmatico è la villa Laroche-Jeanneret, Parigi,1923. il percorso fatto di rampe, scale, balconi interni e ballatoi si snoda percorrendo tutti i livelli, fino al terrazzo- giardino, per poi tornare per altra via al punto di partenza. Il procedimento è stato ripreso in molti esempi anche recenti e si presta in particolari ad applicazioni in edifici museali. Si può sempre ridurre un MUSEO ad un percorso che collega punti focali in un sistema lineare.

F.L. Wright costruisce il suo museo Guggenheim, New York, 1945 in uno spazio tronco conico rovesciato dove si espande verso l’alto una rampa elicoidale lungo la quale le opere pittoriche sono esposte e che è l’unico percorso possibile. Le Corbusier stesso, nei suoi progetti per spazi museali adotta lo stesso semplice schema.

Il punto di vista (mobile) è posto in stretta relazione con lo spazio che lo circonda, anzi questo è modellato in funzione dell’osservazione che risulta vincolata al percorso.

Gli spazi sono percepiti nella loro sequenza fluida che si svolge temporalmente. Particolare importanza assumono l’inizio e la fine del tragitto. Spesso in questi punti si ha la percezione globale dello spazio. Per una acquisizione tridimensionale di esso è necessario spostarsi anche in verticale: da qui l’uso di rampe, ma anche di scale e elevatori. Oltre gli esempi citati, elementari perché intenzionalmente paradigmatici, il linguaggio contemporaneo ha assorbito questa strategia di progettazione, rendendo il percorso più ricco e complesso.

La percezione soggettiva  è composta da momenti analitici, singolari (STAZIONI) nei quali si è passivi rispetto allo spazio e da momenti attivi, sintetici (PASSAGGI) in cui si riconsidera criticamente lo spazio nelle sue variazioni.

Ne concepire la dinamica di una promenade architecturale è naturale fare largo uso di figure retoriche della sequenza: gradualità, interruzione, sorpresa, cambio di scala, ritorno sui propri passi, ecc. 

Attraverso la giustapposizione suggerita dalla sequenza delle figure retoriche, come nel viaggiare si stabilisce nell’atto di andare una relazione empatica  tra viaggiatore e (vedi→ )PAESAGGIO. Decidere, scoprire, in sostanza appropriarsi dell’ambiente

Importante è l’ORIENTAMENTO del movimento nello  spazio, orientamento che può essere temporaneamente perso, ma di cui poi si facilita la riacquisizione, per es. ripercorrendo lo stesso spazio lungo una direttrice diversa o incrociando due momenti del percorso. Koolhas, Kunsthal, Rotterdam,1992. Il percorso interno inizia affiancando un passaggio pubblico, e mostrando una continua variazione di sezione (vedi→SEZIONI) attraversa tutti gli spazi espositivi ai diversi livelli, e un auditorium, fino ad arrivare al livello della copertura. Si avvolge su se stesso a spirale e permette di esplorare lo stesso spazio da diversi punti di osservazione. È rilevante anche qui il valore di paesaggio artificiale che si percorre salendo, scendendo, concentrandosi su di uno spazio ristretto o aprendosi verso l’esterno.

Questa strategia permette di drammatizzare lo spazio, renderlo soggettivo,(come appunto avviene nella trasformazione dell’ambiente naturale in paesaggio), indirizzando le sensazioni che esso genera, in quanto SEQUENZA NARRATIVA O RACCONTO. Per questo sono favorite le variazioni e le sorprese, come in un racconto esistono gli (vedi→)SPOSTAMENTI E ROVESCIAMENTI SEMANTICI, esterno – interno, visione generale-visione particolare, orizzonte alto o basso, luminoso-oscuro.

Spesso, a ulteriore rafforzamento del procedimento il percorso stesso è plasticamente costruito in forma di rampa o passerella sospesa. Nouvel, museo di Quai Branly, Parigi, 2006.  La rampa interna semicircolare che parte dalla hall e avvolge dall’alto lo spazio delle esposizioni temporanee, si fa elemento plasticamente importante, quanto più entra nello spazio espositivo, dove successivamente si sfrangia accedendo alle diverse sezioni.

InLiebeskind, museo ebraico, Berlino, 1993  i percorsi sono totalmente indipendenti dagli spazi che attraversano  e dall’involucro dell’edificio Il percorrere stesso è un’esperienza radicale che introduce con drammatiche variazioni di luce e di dimensioni in spazi altamente simbolici

Un effetto simile si ha in Hadid, MAXXI, Roma, 1998, dove la moltiplicazione di percorsi possibili segnati da rampe e passaggi a più livelli intersecati crea uno spazio continuo e variato di natura più urbana che architettonica.

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