sezioni (progettare per)

Questa strategia di progettazione prevede che il (vedi→ ) MOTIVO consista nelle trasformazioni di una SEZIONE “generatrice” che dà luogo  a  una “famiglia di sezioni”, differenti tra loro ma riconducibili alla stessa matrice riconoscibile.

Quando le SEZIONI orizzontali coincidono con le piante dei vari piani dell’edificio rientriamo in una strategia nella quale gli architetti del M.M. hanno esplorato ogni possibile variazione. Le trasformazioni di una sezione nell’altra possono essere rafforzate dalla sovrapposizione di (vedi→) LAYERS diversi di cui alcuni rimangono costanti, per es. la griglia strutturale, e altri variano, per es. la delimitazione degli spazi. E questo il caso introdotto da Le Corbusier con l’uso del  plan libre e divenuta nel tempo una strategia di uso comune per tutto il Novecento .

L’evoluzione contemporanea di questa strategia avviene in molti esempi per volumi che interrompono anche in verticale tra un piano e l’altro la rigida ripetizione dei livelli creando cavità che attraversano più piani, i quali, peraltro, mantengono una rigida struttura a maglie modulari. Tale organizzazione si trova in Koolhas, biblioteca di Francia , Parigi 1989.

Più complessa in  Holl, Simmons hall, Cambridge 2002  si confrontano due sistemi: quello delle celle modulari tridimensionali e quello degli squarci che interessano più piani nei quali sono ricavati gli spazi comuni, i quali aggregano sottounità funzionali.0

La progettazione per SEZIONI verticali permette un controllo più diretto dello spazio tridimensionale. Queste si snodano lungo una linea che può coincidere con un percorso. (Koolhas Kunsthal Rotterdam, 1992) (vedi→ PERCORSI), progettare per) oppure con un asse virtuale, a sua volta in conflitto con quello. (Libeskind, Museo ebraico, Copenhagen, 2003).

La finalità del controllo può indirizzarsi verso la continuità e fluidità dello spazio che si ottiene con piccole variazioni continue, come in Holl, museo Kiasma, Helsinki, 1992, dove la sezione a mezza volta varia con continuità fino ad innestarsi con un corpo parallelepipedo e fondersi con esso. Oppure tendere a effetti di contrasto e di sorpresa, grazie a salti dimensionali e di illuminazione tra una sezione e la successiva( p.es. Libeskind, Museo Ebraico, Berlino, 1999-2001.

Ove non sia posto il riferimento ad una griglia strutturale-tridimensionale, la geometria può godere di una ampia libertà nella varietà di trasformazioni topologiche delle superfici curve. (Ito, Museo del Barocco, Puebla 2012, Gehry, auditorium Los Angeles, 1996-2002)

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